TI RACCONTO LA STORIA

Home Collezioni Per una storia orale dell'ex Ospedale ps... Paolini, Alberto - Intervista - Roma, It... Riproduzione

Paolini, Alberto - Intervista - Roma, Italia (IT) - 2005-07-27

Annotazioni
Rif. Testo
01:00:00:00 Inizio del media 1
01:00:00:00 Alberto è nato a Roma, nel 1932. Viveva con il padre, la madre e una sorella più grande. Quando Alberto ha 5 anni, il padre muore; la famiglia cade in miseria ed è costretta ad abbandonare la casa. La madre di Alberto non riesce a mantenere i figli e li affida a due differenti collegi. Una volta al mese va a trovarli, perché più di frequente non era consentito. Dopo qualche anno muore anche la madre di Alberto. Alberto e sua sorella rimangono nei rispettivi collegi e non si vedranno per molti anni. / Italia / Roma / Istituti e Collegi di carità / Familiari / Familiari propri / Casa / Casa propria / 1919-1939 / [1932] / Prima Guerra Mondiale
01:00:02:27 Alberto studia in istituto e consegue la licenza elementare. Concluse le scuole elementari, all’età di dodici anni, viene trasferito in un altro collegio. E’ un collegio salesiano, in cui vigono regole molto rigide e in cui si viene picchiati se non ci si attiene alle regole dell’obbedienza e del silenzio. Qui conosce una famiglia di persone che diventano i suoi “benefattori”. Racconta infatti che, nel periodo della guerra, era stata creata l’istituzione dei benefattori: erano delle famiglie che prendevano in casa dei bambini orfani e si prendevano cura di loro. Ricorda la grande povertà degli ultimi anni della guerra. La guerra lascia molti bambini orfani, abbandonati a se stessi. / 1940-1945 / [1944] / Italia / Roma / Istituti e Collegi di carità / Tutori e benefattori / Scuola / Scuola elementare
01:00:04:51 I benefattori prenderanno per un po’ Alberto a casa loro, per via di un voto: avevano promesso al Signore che, se loro figlio (che era renitente alla leva) si fosse salvato dalla guerra, avrebbero preso in casa con loro un bambino bisognoso. Terranno con sé Alberto fino alla fine della guerra. / Italia / Roma / Tutori e benefattori / Familiari / Familiari di altri / Eventi storici / Seconda Guerra Mondiale
01:00:07:49 Quando ricomincia la scuola, dopo le vacanze estive trascorse a casa dei benefattori, Alberto viene ricondotto in collegio per proseguire gli studi. / 1940-1945 / Tutori e benefattori / Eventi storici / Seconda Guerra Mondiale / Scuola / Scuola media / Preti / Istituti e Collegi di carità
01:00:08:13 Presso il collegio dei salesiani frequenta le prime due classi di avviamento professionale. Frequenta anche un corso di sartoria In collegio Alberto subisce le pressioni dei compagni più grandi e degli istitutori e frequenta un laboratorio di sartoria. / 1946-1967 / Italia / Roma / Istituti e Collegi di carità / Attività creative / Attività creative fuori del manicomio / [Sartoria] / Preti / Scuola / Scuola media
01:00:09:29 I benefattori vedono comunque Alberto come un bambino fuori dal normale, strano, troppo poco vivace e lo fanno visitare da un medico che però non ritiene che Alberto abbia alcuna patologia mentale. Ricorda il Dr. De Santis, il medico a cui i benefattori si rivolgono per una diagnosi. I benefattori ospitano a casa loro Alberto per il periodo estivo e poi, con l’inizio dell’anno scolastico, lo riconducono in collegio. Nel periodo in cui Alberto è ospite dei benefattori, questi, su consiglio del Dr. De Santis, lo portano spesso a fare delle passeggiate per Roma. Lo conducono anche a fare visita alla sorella, che non vedeva ormai da tanto tempo. / Italia / Roma / 1946-1967 / Tutori e benefattori / Psichiatri / Diagnosi mediche / Diagnosi mediche fuori dal manicomio / [Istituto Sante De Sanctis]
01:00:14:23 Neanche agli istitutori Alberto sembra “normale”, tanto che finiranno per convincere di ciò gli stessi benefattori. Alberto mette in evidenza la relatività della definizione di “comportamento normale” in relazione alla sua esperienza di passaggio dalla casa dei benefattori al collegio salesiano. / 1946-1967 / Italia / Roma / Istituti e Collegi di carità / Tutori e benefattori / Preti / Diagnosi mediche / Diagnosi mediche fuori dal manicomio / Scuola / Scuola media
01:00:19:56 I benefattori faranno internare Alberto in una clinica neuropsichiatrica universitaria per bambini, nel 1947, all’età di 15 anni. Presso la clinica neuropsichiatrica Alberto viene definito “autistico” e affetto da una “malattia al cervello”. Subisce inoltre una puntura lombare. / Italia / Roma / 1946-1967 / [1947] / Tutori e benefattori / Psichiatri / Pazienti / [Clinica Neuropsichiatrica Universitaria] / Cliniche / Diagnosi mediche / Diagnosi mediche fuori dal manicomio / [Autismo] / Trattamenti sanitari / Cure mediche / [Puntura lombare] / Enti
01:00:22:41 1946-1967 / Italia / Roma / Amici / Amici propri / Cliniche / Diagnosi mediche / Diagnosi mediche fuori dal manicomio / [Franco] / [Clinica Neuropsichiatrica Universitaria] / [Epilessia] / Enti
01:00:24:44 Ricorda che presso la clinica neuropsichiatrica lavorava un’ infermiera che aveva paura degli insetti e degli animali. Franco, l’amico di Alberto, le faceva sempre degli scherzi. Presso la clinica neuropsichiatria Alberto trascorreva spesso il tempo libero disegnando. Racconta un episodio curioso: per fare uno scherzo all’infermiera ed impaurirla, d’accordo con l’amichetto Franco, disegna uno scheletro. Il primario e i medici, vedendo quel disegno, pensano subito che Alberto rappresenti un caso clinico interessante. Tra i medici incontrati presso la clinica neuropsichiatria ricorda il Prof. Cerletti e il Dr. Finzi, che diviene il suo responsabile. / 1946-1967 / Italia / Roma / Cliniche / [Clinica Neuropsichiatrica Universitaria] / Medici / Amici / Amici propri / Attività creative / Attività creative fuori del manicomio / [Disegno] / [Cerletti] / [Finzi] / [Franco] / Enti
01:00:36:08 Dalla clinica neuropsichiatrica Alberto sarà, in seguito, ricoverato al S. Maria della Pietà, Viene espulso dal collegio, dato che non aveva più la possibilità di pagare la retta. In passato Alberto era invece a carico della Pontificia Opera di Assistenza, un ente di beneficenza che era stato istituito dal Vaticano. Il Vaticano provvedeva a pagare l’istruzione, il vitto e l’alloggio per i bambini orfani o poveri. / 1946-1967 / Italia / Roma / Istituti e Collegi di carità / Tutori e benefattori / Preti / Gestione delle risorse economiche / Gestione delle risorse economiche fuori del manicomio / [Vaticano] / [Pontificia Opera di Assistenza] / Ospedale Psichiatrico S. Maria della Pietà / Enti
01:00:40:03 Viene rintracciata una zia di Alberto, che però non vuole prendere il ragazzino con sé, né occuparsene in alcun modo. / 1946-1967 / Familiari / Familiari propri / Italia / Roma / Ospedale Psichiatrico S. Maria della Pietà
01:00:41:00 I benefattori gli promettono che, se avesse acconsentito ad essere ricoverato al S. Maria della Pietà, sarebbero andati a trovarlo spesso e sarebbero tornati a riprenderlo all’età di 21 anni. / 1946-1967 / Italia / Roma / Ospedale Psichiatrico S. Maria della Pietà / Tutori e benefattori
01:00:42:43 Viene ricoverato al S. Maria della Pietà nel 1948, all’età di 15 anni, dapprima presso un reparto di osservazione; descrive le prassi di internamento del manicomio. Ricorda inoltre che, poco prima del Giubileo del 1950, le strade della città di Roma – che doveva presentarsi ai pellegrini bella e degna di accogliere l’Anno Santo – erano state letteralmente ripulite dallo “scandalo” rappresentato dalla presenza dei bambini orfani che vivevano di elemosina: occorreva dare dunque una sistemazione a questi bambini, presso gli istituti di carità o presso il manicomio, come avviene nel suo caso. / 1946-1967 / Pazienti / Seconda Guerra Mondiale / Italia / Roma / Ospedale Psichiatrico S. Maria della Pietà / Istituti e Collegi di carità / [Giubileo] / [1948] / [1950]
01:00:47:18 Ricorda il Dr. Bartoloni presso il padiglione di osservazione. Il primario del padiglione era invece il Dr. Siniscalchi. Bartoloni lo chiama per un colloquio e gli pone alcune domande. Ad Alberto le domande sembrano troppo banali. Mentre risponde, Bartoloni annota la cartella clinica. Alberto racconta, in particolare, che il medico gli chiede se sente le voci. Alberto risponde di sì, intendendo dire che gli è capitato di sentirsi chiamare per nome, anche da persone che non conosce. Questa risposta viene evidentemente fraintesa come sintomo di schizofrenia. Alberto realizza di essere caduto in un tranello. A distanza di molti anni Alberto andrà a leggere le annotazioni prese in quell’occasione dal medico ed altre annotazioni scritte da infermieri, che avevano l’obbligo di redigere un rapporto giornaliero sui pazienti. / 1946-1967 / Italia / Roma / Ospedale Psichiatrico S. Maria della Pietà / Suore / Psichiatri / Infermieri / Diagnosi mediche / Diagnosi mediche in manicomio / Depressione / Schizofrenia / Depressione diagnosticata in manicomio / Schizofrenia diagnosticata in manicomio / Lo spazio manicomiale / Cartella clinica / [Bartoloni] / [Siniscalchi]
01:00:55:43 Al S. Maria della Pietà ritrova Franco, che gli spiega come funziona la vita in manicomio. Dopo un po’ Franco viene però trasferito al padiglione XXII. Franco era epilettico. Alberto si ritrova così con un grande senso di solitudine. / Ospedale Psichiatrico S. Maria della Pietà / [Padiglione XXII] / Italia / Roma / 1946-1967 / Pazienti / Amici / Amici propri / [Franco] / Diagnosi mediche / Diagnosi mediche in manicomio / [Epilessia]
01:00:57:48 Alberto descrive le prassi di internamento del manicomio: si doveva trascorrere necessariamente un mese in un padiglione di osservazione; al termine di questo periodo o si veniva dimessi (se c’era un familiare o una persona che si proponesse come tutore del paziente) oppure si restava e si veniva internati in uno dei padiglioni riservati ai pazienti adulti. Questo era dettato dalla legge Giolitti. Nessuno viene a prendere Alberto al termine del mese di osservazione; dunque viene ricoverato. Alberto non aveva preso il sacramento della Comunione e questo sembra assurdo alla suora del padiglione, che aveva deciso che in occasione della Pasqua i pazienti dovessero prendere l’eucarestia. Secondo questa suora Alberto non capiva tanto, era “tonto”. Il medico dispone che venga portato al padiglione IV per fare l’elettroshock. La sua diagnosi di internamento è “stato depressivo”. Alberto si spaventa molto quando apprende che dovrà essere sottoposto ad elettroshock. / Italia / Roma / Ospedale Psichiatrico S. Maria della Pietà / Padiglione VI / 1946-1967 / Suore / Preti / Psichiatri / Legge 36/1904 / Diagnosi mediche / Diagnosi mediche in manicomio / Depressione / Depressione diagnosticata in manicomio / Trattamenti sanitari / Elettroshock
02:00:00:00 Inizio del media 2
02:00:00:00 Poco tempo dopo l’internamento manicomiale Alberto subisce il suo primo elettroshock, che gli viene prescritto dal Dr. Pugni. Un infermiere si stupisce del fatto che ad Alberto, che era ancora un ragazzino, fosse stato prescritto l’elettroshock. Di fatto, nel periodo in cui subisce l’internamento in manicomio, l’elettroshock era molto in voga: veniva fatto a tutti; venivano esclusi solo gli epilettici, qualche bambino e qualche anziano. Racconta nel dettaglio la sua prima applicazione di elettroshock; ne descrive, inoltre, gli effetti, le ansie prima e dopo l’applicazione, la prassi “serializzata”. L’elettroshock veniva fatto una volta a settimana, il venerdì, presso il padiglione VI. Ai pazienti veniva detto che, una volta ultimata la terapia, sarebbero stati dimessi, ma Alberto sapeva che per lui questa regola non sarebbe stata valida, perché non aveva parenti che sarebbero venuti a prenderlo. Racconta, inoltre, del suo tentativo fallito di fingersi cardiopatico per potersi sottrarre all’applicazione di elettroshockterapia. La settimana successiva viene chiamato di novo dal dottore per sottoporsi alla seconda applicazione. / 1946-1967 / Italia / Roma / Ospedale Psichiatrico S. Maria della Pietà / Padiglione VI / Trattamenti sanitari / Elettroshock / Psichiatri / Infermieri / Pazienti / Suore / Diagnosi mediche / Diagnosi mediche in manicomio / [Epilessia ]
02:00:27:06 La seconda applicazione di elettroshockterapia fu meno dolorosa. Al suo risveglio Alberto viene riportato in sorveglianza insieme agli altri pazienti. / 1946-1967 / Italia / Roma / Ospedale Psichiatrico S. Maria della Pietà / Pazienti / Infermieri / Trattamenti sanitari / Elettroshock / Lo spazio manicomiale / Sorveglianza
02:00:27:58 Diventa amico di un paziente anziano che gli spiega come funzionano le regole del manicomio e lo istruisce su come muoversi. / 1946-1967 / Italia / Roma / Ospedale Psichiatrico S. Maria della Pietà / Pazienti / Amici / Amici propri
02:00:28:35 Alberto viene sottoposto anche alla terza applicazione di elettroshockterapia. Ogni venerdì veniva fatta un'applicazione. Il tempo intanto procedeva sempre secondo al stessa routine e nessuno veniva a trovarlo, né i benefattori, né qualcuno del Collegio. / 1946-1967 / Italia / Roma / Ospedale Psichiatrico S. Maria della Pietà / Infermieri / Tutori e benefattori / Istituti e Collegi di carità / Trattamenti sanitari / Elettroshock
02:00:29:34 Un infermiere, quando usciva, lo portava qualche volta con sé, in giro per il comprensorio. Una volta lo porta nella dispensa. Qui c’erano delle infermiere che lavoravano. Vedendo Alberto così piccolo, le infermiere lo coccolano e gli regalano qualcosa da mangiare. Alberto era “il cocco di tutte le infermiere”: lo facevano entrare nei padiglioni in cui lavoravano, anche se non era consentito. Si terrorizzano quando viene detto loro, dall’infermiere, che Alberto aveva subito l’elettroshock. Nelle prime tre settimane di internamento aveva subito tre applicazioni di elettroshock. Molti infermieri erano dubbiosi sull’effetto terapeutico di questa cura. / 1946-1967 / Italia / Roma / Ospedale Psichiatrico S. Maria della Pietà / Infermieri / Cibo / Trattamenti sanitari / Elettroshock
02:00:32:20 Dopo i primi giorni trascorsi in manicomio, i benefattori vanno a trovarlo e apprendono che Alberto ha subito l’elettroshock. Parlano con il primario e fanno in modo che Alberto non ne subisca altri. Trattandosi di persone influenti, riescono a fare in modo che Alberto venga internato nel padiglione dei lavoratori (XX) e che vada a lavorare in tipografia, rivolgendosi al Dr. De Santis, primario del padiglione. / 1946-1967 / Luoghi / Italia / Roma / Ospedale Psichiatrico S. Maria della Pietà / Padiglione XX / [Tipografia] / Psichiatri / Tutori e benefattori / Trattamenti sanitari / Elettroshock / Lavoro e retribuzione / Lavoro e retribuzione in manicomio
02:00:37:33 Presso il padiglione XX erano ricoverati i pazienti “lavoratori”, che venivano impiegati nelle varie attività dell’ospedale: c’era chi era addetto alla pulizia, alla lavanderia, chi alla muratura (Squadra Fiaschi); e c’era, infine, chi, come lui, era addetto alla tipografia. / 1946-1967 / Italia / Roma / Ospedale Psichiatrico S. Maria della Pietà / Padiglione XX / Lavoro e retribuzione / Lavoro e retribuzione in manicomio / Lavanderia / Lo spazio manicomiale / [Tipografia]
02:00:38:35 Il primario del padiglione XX era il Prof. Salustri. Salustri fa obiezioni al fatto che Alberto vada a lavorare in tipografia, perché considera il lavoro pericoloso. / 1946-1967 / Italia / Roma / Ospedale Psichiatrico S. Maria della Pietà / Padiglione XX / Lavoro e retribuzione / Lavoro e retribuzione in manicomio / [Tipografia] / Psichiatri / [Salustri]
02:00:39:44 Alberto era addetto alla macchina stampatrice, detta "pedalina" in gergo tipografico. Si lavorava dalle 8 a mezzogiorno. poi c'era una pausa per il pranzo e la ricreazione. Alle 13,30 si ricominciava a lavorare, fino alle 17,30 se era inverno; oppure fino alle 18 se era estate. Alberto lavorava con piacere, ma il lavoro era molto monotono: occorreva compiere sempre gli stessi gesti per ore ed ore. / 1946-1967 / Italia / Roma / Ospedale Psichiatrico S. Maria della Pietà / [Tipografia] / Lavoro e retribuzione / Lavoro e retribuzione in manicomio
02:00:43:00 Nei primi tre anni di internamento i benefattori vanno a trovarlo di frequente. Spesso veniva anche il loro figlio, che possedeva un’automobile. / 1946-1967 / Italia / Roma / Ospedale Psichiatrico S. Maria della Pietà / Tutori e benefattori / Familiari / Familiari di altri
02:00:43:34 Al S. Maria della Pietà c’era un altoparlante da cui si potevano ascoltare i radiogiornali. Alberto ricorda che sentiva sempre notizie sulla guerra in Corea (1950-1953). Alberto trae spunto da queste notizie per disegnare una cartina geografica della Corea, localizzando le varie zone in cui si svolgevano i combattimenti. Un suo amico vede il disegno e pensa che la buona capacità di Alberto nel disegnare cartine geografiche possa essere impiegata per il lavoro nell’Ufficio Statistiche, che era ubicato in Direzione (padiglione XXVI). / 1946-1967 / Italia / Roma / Ospedale Psichiatrico S. Maria della Pietà / Lavoro e retribuzione / Lavoro e retribuzione in manicomio / Eventi storici / [Guerra di Corea] / Media / Attività creative / Attività creative in manicomio / [Disegno] / [Ufficio Statistiche] / [Padiglione XXVI] / [1950]
02:00:47:48 Negli anni successivi all’internamento manicomiale, i benefattori andranno a trovarlo sempre meno, fino a scomparire del tutto dalla sua vita. / 1946-1967 / Italia / Roma / Ospedale Psichiatrico S. Maria della Pietà / Tutori e benefattori
02:00:49:30 Ha lavorato in Direzione, in biblioteca. Qui c’era l’ufficio di statistica e Alberto doveva disegnare dei grafici. I grafici venivano riportati sulla rivista Il lavoro neuropsichiatrico. / 1946-1967 / Italia / Roma / Ospedale Psichiatrico S. Maria della Pietà / [Padiglione XXVI] / Lo spazio manicomiale / [Biblioteca Cencelli] / [Il lavoro neuropsichiatrico] / [Ufficio di Statistica] / [Istituto Centrale di Statistica] / Lavoro e retribuzione / Lavoro e retribuzione in manicomio / Diagnosi mediche / Schizofrenia / Depressione / [Frenastenia]
02:00:53:31 Il turno lavorativo in tipografia era di otto ore e mezza. La sua retribuzione era di 1100 lire al mese. Agli altri che lavoravano davano 900 lire al mese. Prima di allora i ricoverati non venivano pagati, ma venivano ricompensati con mezzo sigaro toscano (un sigaro costava 30 lire). Tuttavia, non tutti fumavano e soprattutto non tutti fumavano i sigari toscani. C’era chi fumava le sigarette, chi fumava la pipa. E’ stata fatta presente questa incongruenza alla direzione e così i ricoverati iniziarono ad essere ricompensati in denaro. Ogni lavoratore aveva diritto a 30 lire al giorno che corrispondeva a 900 lire al mese. Chi lavorava aveva anche diritto a una merenda nel pomeriggio. / 1946-1967 / Italia / Roma / Ospedale Psichiatrico S. Maria della Pietà / Lavoro e retribuzione in manicomio / Ergoterapia / Lavoro e retribuzione / Lo spazio manicomiale / [Tipografia] / Pazienti / Cibo / Cibo in manicomio / Sigarette
02:00:57:08 Racconta che venivano concesse 5/6 sigarette al giorno ai pazienti. L’acquisto delle sigarette veniva gestito dalla suora, che inviava un infermiere a comperarle. Alberto non fumava, dunque non aveva diritto al compenso. Pensò che avrebbe potuto iniziare a fumare, così avrebbe ricevuto qualcosa. Provò a fumare ma si sentì molto male. Ricorda che in quel periodo fumare significava essere uomini. / 1946-1967 / Italia / Roma / Ospedale Psichiatrico S. Maria della Pietà / Pazienti / Suore / Infermieri / Sigarette
02:01:03:56 Alberto viene trasferito ad un altro “padiglione lavoratori”, il XXXII, dove vigeva un regime di vita più libero; non c’era, per esempio, la rete di recinzione esterna. / 1946-1967 / Italia / Roma / Ospedale Psichiatrico S. Maria della Pietà / [Padiglione XXXII] / Lavoro e retribuzione / Lavoro e retribuzione in manicomio
03:00:00:00 Inizio del media 3
03:00:00:00 Durante i primi tre anni di internamento Alberto viene ricoverato nel padiglione dei lavoratori. Lavora dapprima in tipografia e poi all'Ufficio di Statistica. / 1946-1967 / Italia / Roma / Ospedale Psichiatrico S. Maria della Pietà / Padiglione XX / Lavoro e retribuzione / Lavoro e retribuzione in manicomio / [Tipografia] / [Ufficio di Statistica]
03:00:01:04 Si avvicina la data tanto attesa: il conseguimento della maggior età, in seguito al quale, secondo i patti, i benefattori sarebbero dovuti andare a riprendere con sé Alberto. Di fatto però erano già mesi che venivano a trovarlo sporadicamente. Quando venivano a trovarlo parlavano soprattutto con la suora e con i medici per conoscere la situazione di Alberto. / 1946-1967 / Italia / Roma / Ospedale Psichiatrico S. Maria della Pietà / Tutori e benefattori / Suore / Psichiatri
03:00:01:52 Aveva buoni rapporti con gli infermeiri e con qualche suora. Con gli psichiatri invece non aveva nessun rapporto, li vedeva molto di rado nel padiglione. / 1946-1967 / Italia / Roma / Ospedale Psichiatrico S. Maria della Pietà / Suore / Psichiatri / Infermieri
03:00:02:49 Il manicomio è descritto come un luogo di libertà in relazione al collegio, dove invece si veniva picchiati per ogni sciocchezza e si era obbligati alla preghiera. / 1946-1967 / Luoghi / Italia / Roma / Ospedale Psichiatrico S. Maria della Pietà / Istituti e Collegi di carità
03:00:03:50 Agli spettacoli organizzati presso il S. Maria della Pietà partecipavano personaggi molto noti: Renato Turi, un attore di prosa allora molto in voga; Dora Peci; Claudio Villa, che allora era all’apice della sua carriera. Ricorda inoltre che c’era uno spettacolo che andava in onda tutti i sabati, che si chiamava Sorella radio. Trasmissione degli infermi. La redazione di questa radio girava per gli ospedali di Roma e da un posto o da un altro trasmetteva degli spettacoli per gli infermi. Racconta inoltre che in manicomio si facevano molte cose: c’era chi giocava a carte, si poteva anche giocare a palla e si poteva uscire spesso fuori dal reparto: si andava al campo sportivo, si giocava a pallone nella domenica, oppure nelle sere d’estate. / 1946-1967 / Italia / Roma / Ospedale Psichiatrico S. Maria della Pietà / Lo spazio manicomiale / Parco / Occasioni ricreative / Occasioni ricreative in manicomio / Spettacoli ed eventi / Spettacoli ed eventi dentro il manicomio / [Dora Peci] / [Renato Turi] / [Claudio Villa] / [Sorella Radio. Trasmissione per gli infermi] / [Radio Campidoglio] / Media
03:00:06:41 Ha buoni ricordi di infermieri e soprattutto delle infermiere, che spesso lo coccolavano e gli regalavano qualcosa da mangiare. Dice che i suoi compagni di manicomio sono stati “meravigliosi”. Li considera amici. In collegio invece non ha fatto amicizia con nessuno perché si litigava e ci si picchiava sempre. Anche nel laboratorio di sartoria Alberto doveva subire dispetti. / 1946-1967 / Italia / Roma / Ospedale Psichiatrico S. Maria della Pietà / Istituti e Collegi di carità / Pazienti / Infermieri / Cibo / Cibo in manicomio / Amici / Amici propri / [Sartoria]
03:00:09:23 Ricorda che i pazienti che lavoravano nell’azienda agricola del S. Maria della Pietà portavano con sé una bisaccia che riempivano di frutta di stagione. La portavano ai compagni e davano sempre qualcosa ad Alberto. / 1946-1967 / Italia / Roma / Ospedale Psichiatrico S. Maria della Pietà / Lavoro e retribuzione / Lavoro e retribuzione in manicomio / Cibo / Cibo in manicomio / Pazienti / Lo spazio manicomiale / [Azienda agricola] / Pazienti
03:00:10:35 In manicomio ha conosciuto degli affetti veri, i primi tempi. / 1946-1967 / Italia / Roma / Ospedale Psichiatrico S. Maria della Pietà / Pazienti / Amici / Amici propri
03:00:11:21 Ricorda che la legge era molto severa con chi abbandonava i minori; dunque, bisognava dare una sistemazione agli orfani. Nel 1953 compie 21 anni. I benefattori però non vanno a riprenderlo. Erano già mesi che venivano sporadicamente. / 1946-1967 / Roma / Leggi e regolamenti / Tutori e benefattori
03:00:13:07 Nel 1953 la sorella – che Alberto incontra al S. Maria della Pietà, dove, dopo anni, lei era andata a trovarlo – lascia la città di Roma perché trova lavoro nel nord Italia. Alberto rimane solo. Riceverà esclusivamente le visite della sorella, quando questa potrà assentarsi dal lavoro. / 1946-1967 / [1953] / Italia / Roma / Ospedale Psichiatrico S. Maria della Pietà / Familiari / Familiari propri
03:00:15:24 Alberto comincia a nutrire qualche speranza per un futuro migliore, più libero, fuori dall’Ospedale Psichiatrico. / 1946-1967 / Italia / Roma / Ospedale Psichiatrico S. Maria della Pietà / Inserimento nella società e nella vita di quartiere / Lavoro e retribuzione / Lavoro e retribuzione fuori del manicomio
03:00:17:21 Ricorda Umberto De Giacomo, che sostituisce Francesco Bonfiglio dopo il suo pensionamento, nella direzione del S. Maria della Pietà. Con questo nuovo Direttore il regolamento diviene più rigido e viene addirittura vietato ai pazienti di uscire dal padiglione. De Giacomo aveva lavorato in altri Ospedali Psichiatrici italiani ed aveva avuto qualche problema con la legge quando dirigeva l'Ospedale Psichiatrico di Lecce. / 1946-1967 / Italia / Roma / Ospedale Psichiatrico S. Maria della Pietà / [Lecce] / [Ospedale Psichiatrico di Lecce] / [Ospedale Psichiatrico di Genova] / [Genova] / [Bonfiglio] / Umberto De Giacomo / Direttori del manicomio / Regolamento / Leggi e regolamenti
03:00:19:28 Ricorda una grande campagna di stampa contro alcuni direttori che volevano instaurare un regime di maggiore libertà negli ospedali psichiatrici. Secondo questi giornalisti i pazienti non dovevano uscire dal manicomio perché erano pericolosi: alcuni pazienti dimessi dagli ospedali del nord Italia erano incorsi in reati appena usciti. E’ proprio sotto la pressione della stampa che, secondo Alberto, il Direttore De Giacomo è costretto ad aumentare la repressione e a rendere sempre più rigido il regolamento del manicomio. / 1946-1967 / Italia / Roma / Ospedale Psichiatrico S. Maria della Pietà / Pazienti / Direttori del manicomio / Umberto De Giacomo / Leggi e regolamenti / Regolamento / Media
03:00:23:30 De Giacomo incoraggia l’uso degli psicofarmaci. Verso la metà degli anni Cinquanta iniziano ad essere infatti utilizzati gli psicofarmaci. Alcuni psichiatri avevano grande fiducia di questi nuovi farmaci. Tra questi c’era Pugni, divenuto primario del padiglione VI. Ad Alberto viene prescritto il ritalin. Un'altra terapia che veniva molto utilizzata era la piretoterapia, che consisteva nell’iniettare dei germi del tifo ai pazienti, inducendo così delle febbri molto alte; c’era anche l’insulinoshockterapia. Anche l’elettroshock venne molto praticato negli anni della direzione di De Giacomo. / 1946-1967 / Italia / Roma / Umberto De Giacomo / Ospedale Psichiatrico S. Maria della Pietà / Padiglione VI / Direttori del manicomio / Psichiatri / [Pugni] / Trattamenti sanitari / Farmacoterapia / Elettroshock / Farmacoterapie in manicomio / [Ritalin] / [Piretoterapia] / [Insulinoshockterapia]
03:00:29:58 L’ufficio di statistica verrà chiuso perché la rivoluzione tecnologica aveva portato un bisogno minore di impiegare personale. / 1946-1967 / Italia / Roma / Ospedale Psichiatrico S. Maria della Pietà / [Padiglione XVI] / [Biblioteca] / [Ufficio di Statistica] / [Istituto Centrale di Statistica] / Enti
03:00:31:30 Racconta di una suora, che veniva da Volterra e che era in biblioteca nel periodo in cui Alberto lavorava qui. La suora voleva che fosse prescritta ad Alberto una terapia. Fa in modo che venga ricevuto dal medico e poi dal primario del padiglione. Alberto non vuole assumere la terapia, perché i suoi effetti sono pesanti e non riesce più a lavorare; riesce a convincere il primario a non prescrivergli terapie, a patto che si comporti bene; tuttavia, dopo poco tempo, litiga e si picchia con un paziente. Viene legato al letto di contenzione e gli viene prescritta questa pesante terapia. Ricorda gli effetti devastanti di questa terapia. Alberto svela poi la logica di sfruttamento che si nascondeva dietro l’ergoterapia. / 1946-1967 / Italia / Roma / Ospedale Psichiatrico S. Maria della Pietà / [Volterra. ] / Suore / Trattamenti sanitari / Farmacoterapia / Farmacoterapie in manicomio / [Faseina] / [Biblioteca] / Lo spazio manicomiale / Psichiatri / Pazienti / Contenzione / Lavoro e retribuzione / Lavoro e retribuzione in manicomio / Ergoterapia
03:00:43:31 Una volta Alberto ha un collasso e sospende la terapia; tuttavia, una volta ristabilitosi, gli viene di nuovo prescritta la faseina. Gli viene dato un farmaco chiamato simpaton, delle gocce per il cuore. / 1946-1967 / Italia / Roma / Ospedale Psichiatrico S. Maria della Pietà / Suore / Trattamenti sanitari / Farmacoterapia / Farmacoterapie in manicomio / [Faseina ] / [Simpaton]
03:00:46:27 Va a lavorare presso la redazione della rivista Il lavoro neuropsichiatrico. Preparava i pacchi per le spedizioni. / 1946-1967 / Italia / Roma / Ospedale Psichiatrico S. Maria della Pietà / [Padiglione XXVI] / [Il lavoro neuropsichiatrico] / Lavoro e retribuzione / Lavoro e retribuzione in manicomio
03:00:47:21 Approfittando di una vacanza a Lavinio della suora, Alberto riesce a farsi trasferire in un altro padiglione. / 1946-1967 / Luoghi / Italia / Roma / Ospedale Psichiatrico S. Maria della Pietà / Suore / [Lavinio]
03:00:48:47 Il Prof. Bonfiglio gli propone di andare a lavorare con lui in biblioteca. La suora, nonostante il trasferimento di Alberto in un altro padiglione, non si rassegnerà e continuerà a controllarlo, ad insistere affinché il Prof. Bonfiglio gli prescriva farmaci. / 1946-1967 / Italia / Roma / Ospedale Psichiatrico S. Maria della Pietà / Suore / Psichiatri / [Bonfiglio] / Trattamenti sanitari / Farmacoterapia / Farmacoterapie in manicomio / [Faseina] / [Biblioteca] / [Il lavoro neuropsichiatrico] / Lo spazio manicomiale / Lavoro e retribuzione / Lavoro e retribuzione in manicomio
03:00:51:20 Ricorda che c’era un paziente che svolgeva il compito di segretario del primario e che faceva spesso la spia o metteva in cattiva luce gli altri pazienti agli occhi del medico. Questo paziente riferisce al medico che Alberto si comporta male causando così il suo trasferimento al padiglione XII. Bonfiglio gli prescrive la faseina. / 1946-1967 / Italia / Roma / Ospedale Psichiatrico S. Maria della Pietà / Pazienti / Psichiatri / Trattamenti sanitari / Farmacoterapia / Farmacoterapie in manicomio / [Faseina] / Padiglione XII / [Bonfiglio]
03:00:54:41 Il padiglione XII era il luogo in cui venivano internati i pazienti considerati più pericolosi / 1946-1967 / Italia / Roma / Ospedale Psichiatrico S. Maria della Pietà / Padiglione XII
03:00:54:58 Torna al padiglione XX solo per prendere la sua roba. Probabilmente il “paziente segretario” fa la spia: riferisce al primario ed alla suora di aver visto Alberto in Direzione, in orari non consentiti. / 1946-1967 / Italia / Roma / Ospedale Psichiatrico S. Maria della Pietà / Padiglione XII / Padiglione XX / Suore / Pazienti / Psichiatri / [Padiglione XXVI]
03:00:56:26 Una volta Alberto ha un collasso e sospende la terapia; tuttavia, una volta ristabilitosi, gli viene di nuovo prescritta la faseina. La Prof.ssa Matarazzo gli prescrive una cura ricostituente endovenosa. / 1946-1967 / Italia / Roma / Ospedale Psichiatrico S. Maria della Pietà / Trattamenti sanitari / Farmacoterapia / Farmacoterapie in manicomio / Psichiatri / [Dr.ssa Matarazzo]
03:00:57:34 Ricorda il Dr. De Giacomo, figlio del “vecchio direttore”. Era un ragazzo, non era ancora medico, ma faceva da assistente al padiglione XII. De Giacomo decide che Alberto non dovrà più assumere la faseina. De Giacomo lo induce a sospendere anche la terapia ricostituente inframuscolo e la sostituisce con quella in compresse. Gli viene prescritto anche un antidepressivo leggero, ma inizialmente dagli effetti fastidiosi, chiamato surmontil. / 1946-1967 / Italia / Roma / Ospedale Psichiatrico S. Maria della Pietà / Padiglione XII / Psichiatri / [De Giacomo] / [Faseina] / [Surmontil] / Trattamenti sanitari / Farmacoterapia / Farmacoterapie in manicomio
03:01:01:50 Ricorda le contestazioni del movimento studentesco nei tardi anni Sessanta. Anche alcuni giornalisti e psichiatri contestavano il manicomio. / 1946-1967 / Media / Psichiatri / Media / Eventi storici / Contestazione giovanile / Concetti e definizioni di manicomio
03:01:02:48 Ricorda la legge Mariotti, varata nel 1968, che istituì il “ricovero volontario” con l’articolo 4: si poteva essere ammessi in Ospedale Psichiatrico anche senza ordinanza e si poteva essere dimessi con il parere favorevole del medico. / 1968 / Italia / Roma / Ospedale Psichiatrico S. Maria della Pietà / Pazienti / Legge 431/1968 / Leggi e regolamenti / Legge 431/1968 articolo 4
04:00:00:00 Inizio del media 4
04:00:00:00 Viene dimesso nel 1978 dal padiglione XII. Nel 1967 muore il Direttore De Giacomo e il regolamento manicomiale subirà un certo ammorbidimento, anche per effetto della Legge 431 che sarà varata l'anno successivo. / 1978 / 1978-1999 / Italia / Roma / Ospedale Psichiatrico S. Maria della Pietà / Padiglione XII / Padiglione XVI / Umberto De Giacomo / Direttori del manicomio / Regolamento / Legge 431/1968 / Legge 431/1968 articolo 4 / 1968 / [ 1967 ]
04:00:07:25 Alberto non ha mai usufruito dell’articolo 4, della possibilità di essere dimesso. Ormai non conosceva altra realtà al di fuori del manicomio e uscire gli appariva molto complicato. Rimane in manicomio, ma si cominciano a profilare delle possibilità di cambiamento per l’istituzione manicomiale. Si comincia a parlare di dimissioni, di “uscite volontarie” e Alberto, sebbene spaventato dalla prospettiva del cambiamento, inizia a nutrire qualche speranza per un futuro migliore, più libero. Nel 1968 anche i lungodegenti entrati con ricovero coatto poterono essere trasformati in “ricoveri volontari” (all’inizio solo i nuovi entrati potevano essere ammessi come articolo 4); ciò comportava il decadimento della certificazione di “pericolosità sociale” e questo comportava anche un deresponsabilizzazione del medico in termini giuridici e penali. / 1968 / 1968-1977 / Italia / Roma / Ospedale Psichiatrico S. Maria della Pietà / Pazienti / Psichiatri / Infermieri / Media / Legge 431/1968 / Legge 431/1968 articolo 4 / Eventi storici / Contestazione giovanile / Difficoltà di inserimento nella società e nella vita di quartiere
04:00:13:50 Con l'approvazione della Legge 431 diviene anche possibile per alcuni studenti del territorio di entrare nel comprensorio e trascorrere qualche ora in compagnia dei ricoverati. Dunque, i pazienti erano liberi, se autorizzati, di uscire per la "villa", cioè per il parco. / 1968 / 1968-1977 / Eventi storici / Contestazione giovanile / Scuola / Legge 431/1968 / Legge 431/1968 / Legge 431/1968 articolo 4 / Lo spazio manicomiale / Parco / Monte Mario / Ospedale Psichiatrico S. Maria della Pietà
04:00:17:17 Nel padiglione XII vigeva un regime di libertà, Prima c’erano due reti concentriche intorno al padiglione, per garantire una maggiore sicurezza. Nel 1973 esse vengono abbattute e ne viene costruita una che delimita uno spazio molto più ampio. Dunque, lo spazio delimitato dalla rete è stato allargato fino ad arrivare alla strada. / 1968-1977 / [1973] / Italia / Roma / Ospedale Psichiatrico S. Maria della Pietà / Padiglione XII / Lo spazio manicomiale / Parco / Sorveglianza / [Sorveglianza esterna]
04:00:18:48 Ricorda l’esperienza de Le 150 ore della classe operaia: alcuni studenti ed insegnanti ebbero l’idea di aprire un corso per i ricoverati che non avevano conseguito la licenza di scuola media. Anche Alberto frequentò il corso perché aveva terminato gli studi al secondo avviamento, prima di entrare al S. Maria della Pietà. Il corso era stato organizzato presso il padiglione XC, rimasto nel frattempo vuoto. Il Padiglione XC, insieme al padiglione VIII, era stato destinati ai bambini prima di allora. Poi i bambini vennero trasferiti in altri istituti. I pazienti avevano la possibilità di andare al padiglione XC anche da soli senza accompagnamento. Il corso si tenne nel 1975-1976. Dalla fine del 1975 fino alla prima metà del 1976 era permesso ai pazienti di uscire da soli nel parco per recarsi al padiglione XC. Poteva anche essere concesso di uscire dal comprensorio, ma questa concessione era a discrezione del primario del padiglione. Alcuni primari erano più all’avanguardia, altri no. Nel padiglione XII, nel 1970, arriva una dottoressa di mentalità aperta che stabilisce un clima di maggiore libertà. / 1968-1977 / [1975] / [1976] / Italia / Roma / Ospedale Psichiatrico S. Maria della Pietà / Padiglione XII / [Padiglione XC] / [Padiglione VIII] / Scuola / Scuola media / Pazienti / [Le 150 ore della classe operaia]
04:00:25:49 Nel 1969 partecipa alla gita del padiglione XII: i pazienti trascorrono una giornata ad Assisi, spostandosi con un pullman. Era la prima uscita dopo tanti anni. Durante la Direzione De Giacomo infatti le gite vennero vietate. I pazienti, in quell’occasione, trovarono anche degli abiti civili da indossare. Durante la Direzione di De Giacomo erano obbligati ad indossare la divisa istituzionale. I pazienti non avevano abiti civili da indossare, perché erano ammuffiti negli anni in “fagotteria”, ovvero nel deposito degli oggetti personali; dunque alcuni infermieri trovarono degli abiti per Alberto e per altri pazienti che non ne avevano. / 1946-1967 / 1968-1977 / [1969] / [Bonfiglio] / [Assisi (PG)] / Direttori del manicomio / Umberto De Giacomo / Ospedale Psichiatrico S. Maria della Pietà / Padiglione XII / Italia / Roma / Corpo / Gite in manicomio / Lo spazio manicomiale / Deposito degli oggetti
04:00:30:36 Venne organizzato un corso all'interno dell'Ospedale chiamato Le 150 ore per far conseguire ad alcuni ricoverati la licenza di scuola media. / 1968-1977 / Italia / Roma / Ospedale Psichiatrico S. Maria della Pietà / Scuola / Scuola media
04:00:31:34 Racconta dell’occupazione del padiglione XVII da parte di alcuni giovani e della nascita del Centro Sociale. Qui era stato organizzato un laboratorio di vimini, un laboratorio di ceramica, di candele artistiche. Alberto frequentava il Centro Sociale, in particolare il laboratorio di scrittura. / 1968-1977 / Italia / Roma / Ospedale Psichiatrico S. Maria della Pietà / Padiglione XVII / Lo spazio manicomiale / Centro sociale / Attività creative / Attività creative in manicomio / Lavorazione della creta (in manicomio) / Scrittura (in manicomio)
04:00:34:51 Prima di allora non era stato semplice avere il permesso di scrivere in manicomio. Dovendo andare a lavorare all’esterno, Alberto aveva la possibilità di procurarsi carta e penna. In generale in manicomio era proibito scrivere; però, con una certa discrezione, si lasciava fare. All’inizio non scriveva racconti e poesie, ma copiava qualche brano; oppure, conoscendo un po’ di lingua straniera, si esercitava nelle traduzioni. Poteva scrivere, ma non poteva tenere con sé i suoi scritti; dunque tutto ciò che ha scritto è andato perduto. Ricorda che, sebbene il padiglione XII fosse un padiglione ad alta sorveglianza, era concessa la libertà di scrittura, contrariamente al padiglione dei lavoratori (XX), dove invece c’era più libertà, ma era proibito scrivere. Anche al padiglione Vi era proibito scrivere. Erano soprattutto le suore a proibirlo, forse temendo che i pazienti avessero occasione di inviare qualche messaggio all’esterno in questo modo. La suora del padiglione XII era invece piuttosto comprensiva e gli lasciava una certa libertà di scrittura. / 1946-1967 / Italia / Roma / Ospedale Psichiatrico S. Maria della Pietà / Padiglione VI / Padiglione XX / Padiglione XII / Suore / Attività creative / Attività creative in manicomio / Scrittura (in manicomio) / Lavoro e retribuzione / Lavoro e retribuzione in manicomio
04:00:40:48 Alberto inizia a scrivere componimenti e poesie nel periodo in cui frequenta il corso di avviamento professionale presso il padiglione XC, all’inizio del 1976. / 1968-1977 / [1976] / Italia / Roma / Ospedale Psichiatrico S. Maria della Pietà / Scuola / Scuola media / Attività creative / Attività creative in manicomio / Scrittura (in manicomio) / Lo spazio manicomiale / Centro sociale / [Padiglione XC]
04:00:42:56 Venne organizzato un secondo corso Le 150 ore della classe operaia, per i pazienti che non erano stati inseriti nel primo. Gli insegnanti incontrarono però molte difficoltà a trovare una sede per questo secondo corso, perché il padiglione XC era stato destinato a costituire una seconda direzione. Allora si spostarono al padiglione VIII. Tuttavia, anche questo padiglione doveva essere ristrutturato. Alla fine gli insegnanti ed alcuni studenti hanno occupato il padiglione VIII. Qui si tenne il corso e venne istituito, inoltre, un Centro Sociale. Racconta dell’occupazione del padiglione XVII e della nascita del Centro Sociale. Successivamente sarà occupato ed adibito a Centro Sociale il padiglione VII, che era appena stato ristrutturato. Alberto frequenta il Centro Sociale già da quando si trova al padiglione VIII e soprattutto durante l’occupazione del padiglione XVII. Lo spazio maggiore di cui si poteva disporre in questo padiglione consentiva di organizzare molte più attività. / 1968-1977 / Scuola / Scuola media / Lo spazio manicomiale / Centro sociale / Attività creative / Attività creative in manicomio / Scrittura (in manicomio) / Ospedale Psichiatrico S. Maria della Pietà / Padiglione XC / Padiglione XVII / [Padiglione VIII] / [Padiglione VII]
04:00:47:57 Vengono raccolti gli scritti prodotti dai pazienti nell’ambito del laboratorio di scrittura e pubblicati. Alberto ricorda che fu molto difficile trovare i fondi. Bisognava anche trovare una casa editrice interessata a pubblicare la raccolta; sono passati alcuni anni fino a che, nel 1984-1985, un giornalista del Manifesto si è interessato a questo progetto ed ha acconsentito a far pubblicare questo libro. Il titolo di questo libro è Una finestra sul reale ed ha avuto molto successo. La raccolta di scritti è stata presentata per la prima volta in Campidoglio e all’evento era presente la poetessa Edith Bruck. Il libro è stato presentato e diffuso in diverse città: a Caprarola, a Fondi; poi anche nelle Marche, a Fano, in Toscana. E’ andato letteralmente a ruba, tanto che in poco tempo sono state esaurite tutte le copie. / 1978-1999 / [1984] / [1985] / Italia / Roma / Attività creative / Attività creative in manicomio / Scrittura (in manicomio) / Spettacoli ed eventi / Spettacoli ed eventi fuori del manicomio / Media / [Il Manifesto] / [Caprarola (VT)] / [Fondi (LT)] / [Fano (PU)] / [Toscana] / [Marche] / [Edith Bruck]
04:00:55:15 Ricorda la Legge 180, varata nel maggio del 1978; ne descrive il contenuto principale e ne racconta gli esiti. La notizia dell’approvazione della legge generò grande paura in Alberto: non voleva uscire dal manicomio. Molte testate giornalistiche inizialmente contestavano la Legge 180 e seminavano paura e diffidenza. In seguito, molti giornalisti cambiarono opinione. Alberto ha vissuto la chiusura del manicomio come uno sfratto. Dice di non essere favorevole a questa legge. I manicomi secondo lui non dovevano essere chiusi ma trasformati all’interno e le dimissioni non dovevano essere obbligatorie: chi non aveva nessuno come lui avrebbe comunque dovuto avere la possibilità di restarci. L’uscita dal manicomio ha rappresentato per lui un fatto drammatico. / 1978 / 1978-1999 / 1968-1977 / 1968 / Legge 431/1968 / Legge 180/1978 / Media / Paura / Paura del "folle" da parte della società esterna / Paura della società esterna da parte dell'internato / Difficoltà di inserimento nella società e nella vita di quartiere / [Bonfiglio] / Direttori del manicomio
04:01:00:35 Alberto ha iniziato a lavorare presso gli uffici dell’economato nel 1972. Gli era stato concesso di indossare abiti borghesi quando si recava a lavoro all'esterno del padiglione. era riuscito a rimediare dei vestiti. In questo periodo infermieri e familiari di pazienti si danno da fare per trovare abiti civili per i ricoverati. / 1968-1977 / [1972] / Lo spazio manicomiale / Lavoro e retribuzione / Lavoro e retribuzione in manicomio / Corpo / Familiari / Infermieri
05:00:00:00 Inizio del media 5
05:00:00:00 Alberto iniziò a comperarsi dei vestiti quando ebbe il permesso di uscire all’esterno del reparto. Ricorda che c’erano medici più aperti alle innovazioni (che venivano soprannominati i “liberatori”) e quelli che lo erano meno (i “chiusoni”). Ricorda una professoressa “liberatrice”, arrivata al padiglione nel 1970, che, nel tentativo di aprire il padiglione XII ad un regime di vita più libero, si era inimicata il personale. Racconta la divergenza tra nuovo e vecchio personale. / 1968-1977 / [1970] / Italia / Roma / Ospedale Psichiatrico S. Maria della Pietà / Padiglione XII / Psichiatri / Infermieri / Corpo
05:00:04:47 La Legge 431 permise a molti pazienti (articolo4) di disporre di permessi di uscita nel parco, ma anche all'esterno del comprensorio. / 1968 / Legge 431/1968 / Legge 431/1968 articolo 4 / Pazienti
05:00:05:35 La notizia dell’approvazione della legge generò grande paura in Alberto: non voleva uscire dal manicomio. Dice di non essere favorevole alla Legge 180. I manicomi secondo lui non dovevano essere chiusi ma trasformati all’interno. / 1978 / Legge 180/1978 / Italia
05:00:08:27 Ricorda il padiglione XVI, padiglione riservato ai pazienti malati di tubercolosi di sesso maschile, fino agli anni Settanta. Le donne erano internate invece presso il reparto XXIII. Successivamente, data la progressiva diminuzione dei casi di tubercolosi, malati e malate, inviati dagli Ospedali Forlanini e S. Filippo Neri di Roma, verranno sistemati nello stesso padiglione, il XVI, ma su due piani diversi. Presso il padiglione XVI ha luogo un’esperienza particolare: l’abbattimento delle reti di cinta nel dicembre 1974 su iniziativa “rivoluzionaria” di un gruppo di infermieri, tra i quali Adriano Pallotta, appoggiati dal Direttore Ferdinando Pariante. In seguito il padiglione verrà ribattezzato “zona ospiti”: raccoglieva i pazienti psichiatrici che erano stati dichiarati in dimissione con l’articolo 4 ma che non avevano una sistemazione esterna. / 1968-1977 / [1974] / Italia / Roma / Ospedale Psichiatrico S. Maria della Pietà / Padiglione XVI / [Padiglione XXIII] / Ospedale San Filippo Neri / [Ospedale Forlanini] / [Tubercolosi] / Pazienti / Diagnosi mediche / Diagnosi mediche fuori dal manicomio / Diagnosi mediche in manicomio / Ospedali ed ambulatori medici / Ferdinando Pariante / Adriano Pallotta
05:00:13:01 Negli anni del superamento del manicomio, Alberto è stato, tra i vari padiglioni, al padiglione XVI, ribattezzato nel 1976 come “zona ospiti”. Durante il giorno poteva uscire dal padiglione. Di sera invece la porta veniva chiusa, ma dopo qualche tempo sarà concesso di uscire anche di sera. / 1968-1977 / Italia / Roma / Ospedale Psichiatrico S. Maria della Pietà / Padiglione XII / Padiglione XVI / Pazienti / Regolamento / 1978-1999
05:00:14:50 Ricorda che la dottoressa del padiglione XII permetteva ai pazienti di uscire anche fuori dal comprensorio. Inizialmente Alberto incontra qualche difficoltà a vedersi concedere il permesso di uscire dal comprensorio, ma alla fine gli viene accordato. Andava alla Standa a fare compere quando usciva ed era molto contento di questa libertà. / 1968-1977 / Italia / Roma / Ospedale Psichiatrico S. Maria della Pietà / Padiglione XII / Psichiatri / Regolamento / Inserimento nella società e nella vita di quartiere
05:00:16:38 Quiando viene trasferito al reparto "zona ospiti" non era più necessario farsi rilasciare un permesso scritto dal medico da esibire in portineria per poter uscire, dunque, inizialmente, gli addetti alla portineria ostacolano un po' le uscite di Alberto. / Italia / Roma / Ospedale Psichiatrico S. Maria della Pietà / Padiglione XVI / Regolamento / 1978-1999
05:00:18:37 Viene trasferito nella “zona ospiti” nel 1979. Data la sua lucidità e tranquillità, viene individuato dagli operatori come paziente in grado di uscire da solo dal comprensorio. In realtà Alberto era impaurito dalla prospettiva di uscire dal S. Maria della Pietà e di ritornare nella società da cui mancava da più di quarant’anni: nel primo periodo di reinserimento incontrava difficoltà persino ad attraversare la strada e rischiava spesso di essere investito perché poco abituato al traffico. / 1978-1999 / [1979] / Italia / Roma / Monte Mario / Ospedale Psichiatrico S. Maria della Pietà / Padiglione XVI / Difficoltà di inserimento nella società e nella vita di quartiere
05:00:21:44 Quando era al padiglione XII Alberto assumeva un antidepressivo, il sormonti, che prendeva da molti anni ormai (dai tempi del Dottor De Giacomo). Da qualche tempo prendeva anche il serenase ed un altro farmaco, che alleviava gli effetti del serenase, chiamato disipal. Il sormonti era un antidepressivo, mentre il serenase era un neurolettico. I due farmaci avevano effetti contrastanti tra loro. L’infermiere Adriano Pallotta si accorge di questa incongruenza e lo fa notare al medico e riesce così a fare in modo che Alberto non assuma più dei farmaci. / 1968-1977 / 1978-1999 / Ospedale Psichiatrico S. Maria della Pietà / Padiglione XII / Padiglione XVI / Italia / Roma / Adriano Pallotta / Psichiatri / Infermieri / Trattamenti sanitari / Farmacoterapia / Farmacoterapie in manicomio / [Surmontil] / [Serenase] / [Disipal]
05:00:28:09 Alberto è rimasto al S. Maria della Pietà fino al 1990. Durante la permanenza presso la “zona ospiti”, durata dodici anni, ha dovuto riabituarsi gradualmente a “tornare fuori”. / 1978-1999 / Italia / Roma / Ospedale Psichiatrico S. Maria della Pietà / Padiglione XVI / Inserimento nella società e nella vita di quartiere / [1990]
05:00:29:10 Partecipa ai soggiorni estivi che vengono istituiti in questi anni. / 1978-1999 / Italia / Roma / Ospedale Psichiatrico S. Maria della Pietà / Padiglione XVI / Gite in manicomio
05:00:33:16 Nel 1982, dopo alcuni anni trascorsi presso il padiglione XVI, detto “zona ospiti”, c’è stata l’opportunità di lavorare all’esterno del S. Maria della Pietà. Era stato organizzato, per facilitare le dimissioni, un lavoro per i ricoverati all’istituto “Don Calabria”. Alberto qui lavora presso il laboratorio delle cornici. Il progetto terminerà dopo poco per via della mancanza di sovvenzioni. / 1978-1999 / [1982] / [Istituto Don Calabria] / Lavoro e retribuzione / Lavoro e retribuzione fuori del manicomio / Italia / Roma / Ospedale Psichiatrico S. Maria della Pietà / Attività creative / Attività creative fuori del manicomio
05:00:33:23 Alberto viene dimesso dal S. Maria della Pietà nel 1990 e va a vivere con Nicola Fanizzi e un altro paziente in un appartamento di Ottavia. Tre pazienti donne vennero sistemate in un altro gruppo appartamento. / 1978-1999 / Italia / Roma / Borgata Ottavia / [1990] / Pazienti / Strutture alternative / [Gruppo appartamento] / [Nicola Fanizzi]
05:00:36:38 Racconta il complicato processo di inserimento nel quartiere di Ottavia e nel palazzo, in particolare: gli inquilini dimostravano forti pregiudizi e resistenze nell’accogliere tra loro persone provenienti da un ospedale psichiatrico. Difficile fu inoltre abituarsi a gestire la casa, la spesa, l’autonomia. Alberto non aveva quasi memoria di cosa volesse dire vivere in una casa. Aveva cinquantotto anni quando è stato dimesso dal manicomio. Nicola, avendo vissuto di più al di fuori, era meno in difficoltà di lui. Anche l’altro paziente che divideva la casa con loro, Giacomo Verrecchia, avendo sperimentato la vita in casa famiglia era abituato a cucinare e a gestire lo spazio domestico. / 1978-1999 / Istituti e Collegi di carità / Pazienti / Paura / Paura del "folle" da parte della società esterna / Casa / Casa propria / Strutture alternative / Casa Famiglia / [Gruppo appartamento] / Difficoltà di inserimento nella società e nella vita di quartiere / [Giacomo Verrecchia]
05:00:41:41 Quando Alberto si trasferisce nella casa di Ottavia, alcuni infermieri collaborano per rimediare dei mobili usati. Con i suoi soldi, ha comprato qualche mobile per arredare la casa. / 1978-1999 / Casa / Casa propria / Gestione delle risorse economiche / Gestione delle risorse economiche fuori del manicomio / Adriano Pallotta / Infermieri / [Istituto Don Guanella] / Strutture alternative / [Gruppo appartamento] / Enti
05:00:42:42 Alberto è rimasto in manicomio fino al 1990, in quanto, avendo trascorso più di quarant’anni presso il S. Maria della Pietà, incontrava delle grosse difficoltà di reinserimento nella società: aveva paura di “tornare fuori”. Aveva anche sentito di pazienti inizialmente reinseriti nel territorio ma poi sfrattati dagli alloggi. Molti ricoverati vivevano di elemosina. Questa prospettiva lo preoccupava molto. / 1978-1999 / Roma / Borgata Ottavia / Pazienti / Paura / Paura della società esterna da parte dell'internato / Ospedale Psichiatrico S. Maria della Pietà
05:00:44:58 Sente di essere stato ingannato: le promesse della Legge 180 non sono state mantenute per quanto lo riguarda: è passato dal rigido regolamento manicomiale alle leggi imposte da operatori dispotici, che comandano nella sua casa. Da quando abitano nella casa di Ottavia, Alberto, Nicola e Marcello sono assistiti dalla UORA, Unità Operativa Residenze Assistite. Alberto non si trova bene con gli operatori che attualmente collaborano alla gestione della casa: si sente troppo controllato, anche nella gestione delle proprie risorse economiche. / 1978-1999 / Pazienti / Infermieri / Assistenti sociali / Legge 180/1978 / Casa / Casa propria / Gestione delle risorse economiche / Gestione delle risorse economiche fuori del manicomio / Strutture alternative / [Centro di Igiene Mentale] / [Unità Operativa Residenze Assistite] / Pensioni e sussidi
05:00:51:20 Compiuti i 65 anni, avrebbe dovuto essere ammesso in una struttura per anziani, ma Alberto si rifiuta e alla fine ottiene di rimanere nella casa di Ottavia. Invia una lettera alla Consulta Psichiatrica, che trova buona accoglienza e viene anche aiutato da alcuni infermieri, tra i quali Adriano Pallotta. / [2000] / Italia / Roma / Strutture alternative / [Gruppo appartamento] / [Consulta Psichiatrica] / Adriano Pallotta / Borgata Ottavia
05:00:52:35 Oggi vive con Nicola e con Marcello e la casa è stata formalmente assegnata a loro. Alberto è comunq1ue preoccupato per il suo futuro: teme che le cose possano cambiare e che possa essere spostato da questo alloggio. / Borgata Ottavia / [2007] / Roma / Strutture alternative / [Gruppo appartamento] / Paura
05:00:54:30 Alberto non è favorevole alla Legge 180, in particolare alla chiusura degli Ospedali Psichiatrici: ritiene che questi non dovessero essere chiusi, ma semmai trasformati, improntati su un regime di vita più libero. Chi non aveva altro posto in cui andare avrebbe dovuto avere la possibilità di restare volontariamente in Ospedale Psichiatrico. / Legge 180/1978
05:00:55:42 Non tutti gli operatori che sono stati assegnati alle strutture alternative sono all’altezza di questa difficile professione. A lui “è andata male”. Gli operatori che si occupano di lui si preoccupano solo “della facciata, di non avere grane”. Dice che attualmente i suoi scritti vengono controllati e censurati dagli operatori; hanno buttato molte cose scritte da Alberto e la cosa lo infastidisce molto. Il paradosso è che forse c’era più libertà in manicomio che in questa casa. / [2007] / Roma / Borgata Ottavia / Strutture alternative / [Gruppo appartamento] / Attività creative / Attività creative in manicomio / Attività creative fuori del manicomio / Scrittura (in manicomio) / Scrittura (fuori del manicomio)
05:01:00:23 Al termine dell’intervista accetta volentieri di leggere una poesia dal titolo "Abbandonato", scritta quando era ancora ricoverato presso il S. Maria della Pietà e frequentava il laboratorio di scrittura del Centro Sociale. / Attività creative / Attività creative in manicomio / Scrittura (in manicomio) / 1978-1999 / Lo spazio manicomiale / Centro sociale
Scorrimento automatico